Quartetto
primi esercizi liberamente ispirati da gli Events di Merce Cunningham
Concept e Coreografia
Cristina Kristal Rizzo
con
Swami Biliotti, Bianca Neyre Caroppo, Matilde Danti, Jessi Zhang
Musica
John Cage (1912) work for piano & prepared piano Vol. II (1944 – 1958)
Discorso “aleatorio” di
Lucia Amara
Produzione
CAB 008, Compagnia Virgilio Sieni
Prima rappresentazione
Firenze, Cango, 15 maggio 2015
DURATA
15'
Gradualmente prende forma l’idea che non occorre imporre ciò che si presenta, ma che, al contrario è necessario presentarlo come qualcosa che si lascia vedere, che si lascia ascoltare, tutto qui. Andrà comunque benissimo”
Merce Cunningham
Quartetto nasce dal desiderio di trasmettere un’esperienza del corpo che attivi un altro tipo di economia, un’attitudine al salto prodigioso e a un uso del mondo, una specie di leggerezza che permetta di attivare una presa sottilissima sulle cose, quella che basta per stare in qualsiasi situazione e condividere un’avventura. L’apparizione di un posto per la certezza e il dubbio insieme. In ognuna delle performance le ‘giovanissime interpreti’ assecondano il caso e la chance combinatoria dei materiali coreografici, riconfigurando la propria sintassi corporea come camera dei segreti, tra la massima tonicità e la fievolezza degli impulsi, tra la precisione e l’imprevisto, in un esercizio che si trasforma in gioco.
Alea (alea) in latino significa dado. Per esteso diviene sinonimo di caso, rischio e, infine, azzardo. Da cui aleator, aleatorius. A seconda dell’enfasi data al gesto “volontario” della mano o all’azione che il tiro produce, i dadi in latino si lanciano (iactare; iactus è tecnicamente il lancio); o cadono (cadere). Una delle tesi è che alea origini dal verbo greco (alaomai) che significa errare o andare errando, ipotesi che coglie il nucleo imperituro della parola alea e che rimanda a un’azione agita nell’incertezza, nell’erranza, nell'esilio temporaneo dalla ragione che è il caso. Quando alea decadrà come parola in uso disporrà il lascito di ciò che il dado richiede come condizione estrema, quella di affidarsi - una cessione incondizionata - al lancio nell’aperto, che è il caso o la sorte. Nel De Ludo aleae, del matematico e astrologo rinascimentale Gerolamo Cardano, i giochi di dadi e le loro tecniche aprono alle prime teorie sul calcolo combinatorio delle probabilità, fondamento della matematica moderna. Alea è una parola che attraversa e taglia l’occidente.
Lucia Amara